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ODO Ensemble sori Festival Corée du sud

Le chant des Femmes en Méditerranée

La traversée...intemporelle, universelle, échappée belle...

 

Comme l'infinie ondulation des vagues, l'Histoire se répète...

 

MESOGEIOS est une création pour la paix en Méditerranée, en hommage à ceux dont la traversée fut d'une autre dimension.

 

ODO remonte le temps, et nous plonge au XIVème siècle, à Ravenne en Italie, haut lieu stratégique et d'échanges au Moyen-âge. ​Dans un contexte marqué par des luttes, il nous invite à un voyage en Méditerranée, à la rencontre de femmes et de leurs chants.

 

Ces musiques sont l'expression féminine d'expériences de vie universelles, jaillissant d'un autre temps, dont la sincérité de leurs messages demeure très actuelle.

 

​Avec MESOGEIOS, ODO Ensemble crée un son unique en faisant se rencontrer rassemble des musiciens de diverses horizons avec leurs instruments traditionnels.

 

Il parcourt la Méditerranée avec ces chants anciens et traditionnels qui ont traversé l'Antiquité puis le Moyen-âge, au cours d'échanges commerciaux et des différentes invasions : ​Musique de l'Italie avec des extraits du Codex Rossi, saltarelle, tarentelle, chants de troubadours, musique arabo-andalouse, chant araméen, chants traditionnels corses, sépharades, berceuse égyptienne, chant turc, musique grecque, et syrienne...

 

​Des civilisations se rencontrent du Nord au Sud, de l'Orient à l'Occident, d'hier à aujourd'hui. ​Au gré des vents, le chant des roses nous embarque... ​

 

Claire Merigoux, 2017

 Prefazione di Alain Weber, estratto dal libretto del CD di ODO Ensemble - MESOGEIOS - Le Chant des Femmes en Méditerranée

 

"Creato da Claire Merigoux,  l'ensemble "Odo"   si riferisce a Sant'Odoe, questo musicista e monaco benedettino che era de_cc781905-5cde-3194-6193-6bb3b- badcf58d_926 to 942 il secondo abate di Cluny. Questa stessa idea di "monaco musicista" evoca un'epoca in cui pellegrini dell'anima, poeti e mistici erranti, attraversavano montagne, mari e deserti alla ricerca della conoscenza.   Hanno rispecchiato questa idea di "traversata universale senza tempo..." espressa dal progetto "Mesogeios". 

La sacralizzazione della natura e della vita che alimentava l'immaginazione di un mondo tradizionale, di fronte a terre troppo disboscate, fuggiva come una bestia braccata. È nella musica e nella poesia che la nozione di sacro sembra rifugiarsi maggiormente oggi, dove si esprimono ancora pienezza e trascendenza.  

L'ensemble Odo, nelle sue numerose creazioni, disegna la mappa di un mondo antico popolato da miti, racconti (come la canzone turca sefardita "El Rey de Francia"), storie d'amore o tragedie che sono diventate leggende sfidando così i limiti dell'umano condizione. 

Di fronte oggi al restringimento di questa invisibile geografia, è verso l'ipnotico fulgore dell'Oriente che spesso ci rivolgiamo, dimenticando l'epicentro rappresentato dal “Mare Nostrum” il “nostro” Mediterraneo delimitato da 3 continenti.

 

  Attraverso questi canti femminili, dalla lingua d'Oc all'aramaico, da Costantinopoli alla valle di Qadisha in Libano,   dall'Andalusia sefardita alle porte dell'Andalusia sefardita Istanbul, dal Nilo egiziano alla  Grecia, dalla Corsica (dove è nato questo progetto a Pigna)  a Ravenna, luogo strategico e di scambi nel Medioevo , Mesogeios ci ha fatto sbarcare   su sponde dove antichi o  bergers, si intrecciano in un inno alla vita, alla sua bellezza e ai suoi misteri.

 

Sarebbe caricaturale affermare che, grazie a un'ampia sfera di trasmissione orale e a una grande finezza d'ispirazione, al di là di un certo complesso groviglio simbolico rimodellato nei secoli alla luce della spiritualità cristiana, una spinta particolarmente femminile ha saputo portare un patrimonio dove sacro, passione, determinazione e tenerezza coesistono?

 

In questo stesso spirito di trasmissione di un patrimonio che ha plasmato la nostra storia e la nostra identità, questa vasta gamma di espressioni ci porta dal potere dei rituali di possessione come il tarantismo (evocato nella famosa canzone "Tarantella del Gargano") alla tenerezza dell'universale ninne nanne come quella egiziana di “Nami Nami” o quella corsa di “O Ciucciarella”"

 

Alain Weber, 2021

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